Efficacia dei PARP inibitori nel carcinoma ovarico ricorrente

In uno studio pubblicato dalla rivista Frontiers in Pharmacology i ricercatori del Center for Drug Clinical Research, Shanghai University of Traditional Chinese Medicine hanno stabilito un modello farmacodinamico per descrivere quantitativamente l’efficacia dei PARP inibitori approvati come trattamento di mantenimento per il cancro ovarico ricorrente.

Per l’analisi gli autori hanno selezionato otto studi, per un totale di 1.169 pazienti con cancro ovarico che hanno ricevuto un PARP inibitore. Tra queste, 669 sono risultate positive per mutazioni BRCA e 400 erano HRD-positive. In totale 501 pazienti erano in trattamento con olaparib, 302 con niraparib e 366 con rucaparib.

La maggior parte delle pazienti (1.077) ha ricevuto il trattamento in monoterapia, 92 hanno ricevuto una terapia di combinazione: 21 con bevacizumab, 43 con cediranib e 28 pazienti hanno ricevuto un PARPi in combinazione con un farmaco chemioterapico.

Lo studio ha mostrato che la sopravvivenza libera da progressione mediana era di 8,5 mesi con i PARPi somministrati in monoterapia e di 16 mesi con le terapie di combinazione. La sopravvivenza libera da progressione mediana delle pazienti con mutazioni in BRCA, BRCA wild-type e HRD positive è stata rispettivamente di 11, 7,5 e 9 mesi nelle donne trattate con PARPi in monoterapia e di 23, 14, e 17,5 mesi in quelle trattate con una terapia di combinazione.

La sopravvivenza libera da progressione mediana di olaparib, niraparib e rucaparib in monoterapia è stata di circa 9,5, 10,5 e 12 mesi, rispettivamente, e di circa 19, 20, e 25 mesi nelle pazienti trattate con terapie di combinazione. Nel dettaglio, la sopravvivenza libera da progressione nelle pazienti trattate con PARPi in combinazione con cediranib, bevacizumab o chemioterapia è stata rispettivamente di circa 17, 12,5 e 19,5 mesi.

A partire da questi dati i ricercatori osservano che i PARPi in combinazione con un’altra terapia, rispetto alla monoterapia, potrebbero essere più efficaci come trattamento di mantenimento per le pazienti con carcinoma ovarico ricorrente. L’efficacia dei PARP inibitori in combinazione con la chemioterapia è risultata superiore rispetto a quella della combinazione con farmaci antiangiogenici.

Gli autori hanno poi scoperto che la sopravvivenza libera da progressione tra le pazienti BRCA wild-type era simile a quella delle pazienti HRD-positive e che non vi era alcuna differenza significativa tra olaparib, niraparib e rucaparib.

Bibliografia:

Gao L, Chen R, Li T, Li L, Zheng Q. Quantitative Analysis of the Efficacy of PARP Inhibitors as Maintenance Therapy in Recurrent Ovarian Cancer. Front Pharmacol. 2021 Nov 8;12:771836. doi: 10.3389/fphar.2021.771836.

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